L’umano, immagine filiale di Dio
Un’antropologia teologica in dialogo con l’esegesi
Un’antropologia teologica in dialogo con l’esegesi
L’uomo e la donna, secondo la Genesi, sono stati creati «a immagine di Dio». Nonostante la sua apparente semplicità, questa affermazione è tra le più discusse e ambigue della tradizione ebraico-cristiana. Cosa può significare quell’affermazione per degli esseri finiti, limitati e spesso traviati quali noi siamo? Quali incalcolabili conseguenze comporta quella affermazione in tutti i settori e le esperienze della vita umana?
Christof Betschart colma una lacuna nella teologia, basandosi su uno studio approfondito dei testi biblici. In linea con l’interpretazione cristologica dell’immagine di Dio, che trova in Cristo sia il prototipo che il modello compiuto di tutti gli esseri umani, egli si interroga sulla nozione di filiazione divina. L’immagine di Dio è in definitiva una immagine filiale, segnata dal sigillo della filiazione divina.
Tale tesi viene sviluppata sia per rendere più concreto il concetto di immagine creata e ricreata, sia per rivisitare alcune grandi questioni dell’antropologia teologica postconciliare, come il nesso fra natura e grazia, la mediazione cristologica dell’antropologia (e viceversa) o il binomio “essere” e “relazione”.
Ne esce un’analisi illuminante del genere umano in relazione all’immagine divina, un’opera che si palesa pagina dopo pagina come una guida rivelatrice.